IL GATTO CHE SI MORDE LA CODA
COMBOINSIEME
14-7-2019 XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C
ritengo utile risvegliare la coscienza pubblica su un argomento
passato nel dimenticatoio, le conseguenze delle sanzioni alla
Siria. grazie e buona domenica.
Le migrazioni stanno creando scompiglio a popolazioni non
preparate ad accoglierli, e sono sfruttati a scopo politico. A
prescindere dalle risorse disponibili di un paese o di un
continente, accettare i migranti in modo indiscriminato potrebbe
disgregare la pace sociale. Infatti, è indispensabile
predisporre, ed essere in grado di farlo, un percorso di
integrazione e di controllo del cammino di accoglienza.
I giovani che vogliono allontanarsi dalle loro famiglie in
generale non lo fanno di buon grado se non spinti dalle guerre,
l’instabilità dell’ordine costituito, mancanza di opportunità di
crescita, di lavoro, la possibilità di nutrirsi adeguatamente, e
non ultimo lusingati dal modo di vita dell’Occidente presentato
dai media che rimane la meta preferita e non verso i ricchi
paesi islamici che pure loro hanno bisogno di mano d’opera.
Le guerre sono una delle cause principali della fuga delle
popolazioni verso cieli più pacifici. Il Medio Oriente da
quarant’anni è dilaniato da guerre fratricide, Iran e Iraq negli
anni ottanta, seguite da invasione dell’Iraq e poi della
rivoluzione sanguinosa in Siria. Questi eventi sono impregnati
di odio religioso che continua tra l’altro a decimare la
presenza cristiana parte integrale della popolazione. I
principali paesi Occidentali, ma non solo, non sono estranei a
questi scombussolamenti che provocano la fuga disperata delle
popolazioni verso i paesi confinanti e l’Occidente. La continua
imposizione delle sanzioni da parte dell’Unione Europea del
divieto di rifornire medicine e altri approvvigionamenti
indispensabili alla sopravvivenza, crea una ulteriore inutile
violenza sulle frange più povere dei paesi martoriati ed è un
ulteriore causa per fuggire verso un Occidente impreparato ad
accoglierli. Apparentemente una situazione in cui il gatto si
morde la coda.
Giuseppe Samir Eid