DIALOGO E INTEGRAZIONE
ROTARY - pagg. 38-45 - 1/03 - 2014
IL DIALOGO CRISTIANI MUSULMANI DIALOGARE PER UN MONDO
MIGLIORE
La mobilità delle persone è un diritto che ormai è da
considerarsi primario in ogni angolo del pianeta e come questa
comporti la necessaria creazione di relazioni interculturali è
sicuramente uno dei temi più caldi del momento; il Rotary
International ha ben presente quanto questa tematica sia
importante e la affronta tramite il “Service for Peace”.
Dialogare per convivere, quali regole? Per instaurare la
convivenza con un dialogo fruttuoso bisogna conoscersi; la
conoscenza parte dalla verità, dal rispetto dell’altro, dal
saper superare i pregiudizi. Riscoprire la propria identità,
termine che a volte viene usato a sproposito, è un’affermazione
fondamentale per farsi conoscere e com- prendere, mai per
prevaricare, per portare la propria presenza e conoscenza
attraverso i continenti. Considerare l’immigrato anzitutto come
un uomo con la propria dignità, con i propri diritti e i propri
doveri. Questo è il punto di partenza del piccolo contributo
alla comprensione del mondo arabo, componente importante
dell’immigrazione in Italia, per raggiungere una vera e duratura
pace nel Medio Oriente.
Differenze culturali danno origine a chiusure verso la
società ospitante
Eventi recenti, in Italia e non solo, hanno messo in luce
comportamenti originati dagli immigrati di provenienza araba,
non riconducibili ad altre immigrazioni, comportamenti a prima
vista incomprensibili, ma che hanno la loro origine nella
struttura sociale dei paesi arabi. Infatti, l’arabo, cristiano o
musulmano che sia, è abituato a vivere in un ambiente
monoculturale. L’emigrazione lo mette a confronto con ambienti
diversificati, l’apparente assenza di Dio in occidente lo
spaventa e lo spinge a rinchiudersi. Gli arabi musulmani
reagiscono rivolgendosi, complice anche la crisi economica, ai
centri islamici, proliferati grazie al finanziamento dei paesi
arabi; l’Islam diventa cosi per molti giovani immigrati l’unico
punto di riferimento chiaro sia a livello culturale che
religioso. Lo stesso accade per i cristiani che si rivolgono
alle loro chiese, con la differenza che la loro radice religiosa
è comune con quella della maggioranza degli italiani. La
religione musulmana, causa la frustrazione determinata
dall’impatto con un tipo nuovo di mentalità, rappresenta una
facile occasione d’identificazione e di forte coesione.
Nonostante le frontiere nazionali, il concetto di umma
(comunità dei musulmani) predomina nella filosofia musulmana
”una parola d’ordine lanciata da qualche voce autorevole al
momento opportuno può compattare e ricondurre a unità serrata”
(Card. Martini). In questo contesto, in Italia manca una
politica di acculturamento che accompagni l’immigrato nel suo
inserimento nella società occidentale, predisponendo una
politica di integrazione adeguata per accettare i nuovi
cittadini. Il discorso è differente riguardo all’idea dello
“Ius soli” cioè i nati in Italia da genitori stranieri, dalla
cittadinanza ereditata dai genitori a quella italiana
riconosciuta automaticamente a chi nasce qui, è bene stabilire
le regole dell’automatismo proposto.
Il fattore religioso, diritti umani, azioni educative nei
paesi dell’emigrazione
Per comprendere le diversità di atteggiamento degli immigrati
musulmani rispetto ad altri, pongo in evidenza il fattore
religioso. Nel paese di provenienza, la legge musulmana
condiziona la vita di famiglie e persone. A titolo di esempio,
al non musulmano non è consentito di sposare una donna
musulmana, di ereditare da un musulmano, di praticare alcuni
mestieri, di accedere alle più alte cariche statali; ai figli
non è concesso di scegliere la loro religione, la carta
d’identità riporta la religione di appartenenza dalla nascita,
sono automaticamente musulmani senza possibilità di scelta se
uno dei genitori lo è oppure lo diventa. La donna in generale
è discriminata non avendo gli stessi diritti dell’uomo. Una
situazione che crea pregiudizi e discriminazioni legali e
sociali, verso le donne e tutti i non musulmani ivi inclusi
cristiani autoctoni, provocandone la loro emigrazione verso
paesi più ospitali aiutati in questo dalla globalizzazione
dell’informazione e della mobilità. Un esodo di notevoli
proporzioni avvia verso l’estinzione alcune comunità che hanno
contribuito alla ricchezza e allo splendore della civiltà
araba. Sottolineo il silenzio assordante nel quale si sta
perpetuando l’estirpazione delle Chiese Orientali nei loro paesi
di origine. Occorre un cambiamento radicale nella formazione dei
cittadini allo scopo di far comprendere a tutti di essere
uguali, che la violenza è intollerabile, e in quanto tale deve
essere prontamente rimossa e cancellata. Favorire incontri
pubblici di alta visibilità sull’argomento soprattutto dove ci
sono maggiori chiusure e dov’è più sedimentata una mentalità
di contrapposizione.
Europa e Medio Oriente in fermento
Una grande maggioranza degli arabi vive in estrema povertà,
poiché́ lo sviluppo demografico non è accompagnato da una
crescita economica adeguata.
Certo
é che l’Europa ha interesse per un Medio Oriente stabile, ma un
siffatto obiettivo é possibile solo promuovendo lo sviluppo
tecnologico, garantendo il flusso del petrolio e delle materie
prime, mettendo freno all’emigrazione, creando un clima di
fiducia e collaborazione tra le popolazioni, realizzando la
sicurezza delle frontiere concordate e riconosciute. Il Medio
Oriente é in fermento, le soluzioni sono nell’ordine: pace,
prosperità e democrazia. A livello politico è importante che
l’occidente, negli scambi tecnologici o di mercato, sappia unire
o subordinare scambi culturali con criteri
di reciprocità̀, soprattutto per la base del popolo,
all’effettiva promozione nel paese dei valori di liberta civile
e religiosa, per tutti, senza discriminazione alcuna e che, al
riguardo, vi sia una intensa
opera di monitoraggio. ”Chiedere al mondo arabo di lavorare
sull’educazione, sui media, sui libri di testo nelle scuole e
perfino invitare a questa linea educativa e di pace, gli imam
che hanno in mano il formidabile strumento delle prediche nelle
moschee, dove sarebbe
opportuno proclamare anche i versetti del Corano che
sottolineano la volontà di Dio verso la pluralità religiosa e
l’impegno nel gareggiare nel bene nella Misericordia di Dio.”
Guarda caso le violenze maggiori succedono di venerdì
all’uscita dalle moschee. La migliore risposta all’estremismo è
creare un fronte internazionale unito che si appoggi su standard
universali di libertà di credo e religione. E così, il dialogo
interreligioso rimane tuttora un impegno riservato alle élite.
Invece, bisognerebbe trovare il modo di fare passare questo
patrimonio lo ripeto –modesto, pure, ma comunque esistente– dai
vertici alla strada, e soprattutto al campo dell’insegnamento
nelle scuole, nelle università all’amministrazione e alla
formulazione delle leggi.
La vergine Maria
La devozione dei musulmani verso la vergine Maria è diffusa tra
i musulmani. Nello spirito di un dialogo spirituale tra due
grandi religioni del mondo arabo il parlamento libanese ha
stabilito il 25 marzo festività nazionale, giorno in cui la
chiesa cattolica commemora l’Annunciazione dell’angelo Gabriele
a Maria. A differenza di chi vuole ridurre l’Islam a un sistema
politico invece di considerare la religione come l’unica e vera
relazione della persona con Dio, sono convinto come lo era Louis
Massignon al Cairo, che l’Islam, inteso secondo la sua
tradizione spirituale, può offrire preziose risorse da spendere
e condividere per costruire, insieme a Cristianesimo ed
Ebraismo, la cultura globale della pace e della fraternità.
Bisogna adoperarci affinché i musulmani riescano a cogliere la
distinzione tra religione e società, fede e civiltà, islam
politico e fede musulmana. É stato proprio il Cardinale
Martini, a favorire il dialogo tra le diverse culture e
religioni, a mettere in comunicazione realtà che hanno molte
cose da dirsi.
Rotariani uniti per un mondo migliore
Il Rotary International e la sua Fondazione promuovono campagne
mondiali di servizio per un mondo migliore, sono ampiamente
pubblicizzate e tutti noi riscontriamo i benefici conseguenti
alle azioni intraprese. Vorrei evidenziare il ruolo che ciascuno
degli oltre trentaquattromila club sparsi per il mondo svolge a
favore del prossimo, dell’impatto sulla qualità della vita e
dell’impegno a far dialogare culture diverse. Le azioni di
service intraprese dal club individualmente, oppure
congiuntamente con un club del territorio beneficiario del
service, sono il seme che fa germogliare i frutti a beneficio di
uomini e donne del nucleo sociale interessato. I frutti locali
attesi dalle azioni dei singoli club danno un valore aggiunto ai
programmi mondiali delle azioni rotariane. Infatti elargire
denaro rimane un atto sterile se non accompagnato con cuore e
spirito rotariano, influiscono positivamente sui beneficiari e
danno un valore aggiunto al servizio reso. Un primo passo del
service verso la Pace. Se ogni rotariano fosse conscio dei
benefici tangibili provocati da un service specifico farebbe da
propulsore a ulteriori iniziative da parte dei club locali con
conseguente promozione dell’immagine del nostro Rotary. Per
esempio: è risaputo che la sottomissione delle donne e
l’analfabetismo intralciano lo sviluppo armonioso di un nucleo
sociale; attuando il progetto rotariano di alfabetizzazione in
un territorio specifico si favorisce la promozione della donna
dandole gli strumenti per l’accesso al mondo del lavoro,
comportandone l’indipendenza economica e culturale, facendole
prendere così coscienza della sua dignità̀, primo passo per
pretendere parità̀ di diritti. In questo itinerario la donna
assume un ruolo di primo piano per cambiare i pregiudizi in atto
e ottenere una carta etica comune contro le ingiustizie dovute a
discriminazioni e fanatismo religioso, facendo da apripista per
lo sviluppo economico della società̀ in questione e la pace
sociale. Un altro esempio è il rafforzamento dell’amicizia
internazionale tramite l’azione di servizio tra due Rotary Club
che costatando di avere lo stesso ideale, hanno deciso di
organizzare un campo estivo al mare per bambini meno fortunati;
molti di loro non hanno mai conosciuto il mare e vivono in
ambienti rurali privi di acqua potabile. I risultati ottenuti
hanno superato le aspettative, ne cito qualcuno allo scopo di
motivare altri amici rotariani. Il soggiornare in un ambiente
sano insegnando modalità̀ igienico sanitarie per prevenire le
malattie ha suscitato il desiderio delle famiglie ad aver
accesso all’acqua potabile e a strutture igienico-sanitarie
basilari; la prevenzione delle infezioni e malattie tramite
controllo medico ha reso più salutare l’ambiente familiare; la
convivialità della vacanza ha ridotto la disparità tra i sessi
e i malintesi dovuti alle diversità di credo, primo passo verso
una migliore convivialità sociale; ha reso più felici i
bambini meno abbienti.
A conclusione vorrei affermare che apparteniamo tutti alla
famiglia umana accordando la massima importanza alla dignità
della persona con la convinzione che stiamo riscoprendo i valori
dell’Uomo.
Noi rotariani facciamo girare la ruota tra religioni, politica e
poteri decisionali; siamo protagonisti di progetti di servizio
caratterizzati da qualità, amicizia, efficienza e gratuità che
portano alla pace; solo costruendo la pace nei cuori si pongono
le basi per un autentico umanesimo integrale.
Il campo di battaglia è il cuore dell’uomo
(Fëdor Dostoevskij)