LE CHIESE D'ORIENTE 2009
Calendario 2009 Enec - 12-2009
Il tempo Presente non è il primo nella storia
durante il quale il mondo arabo occupa le Prime
pagine dei giornali. La guerra nel Golfo ha
soltanto accentuato una tensione che è culminata
ora con una eruzione. Quello che è meno
conosciuto è il fatto che in questo largo
gruppo, che conta circa centocinquanta milioni
di abitanti e che comprende tutto l'Est
Mediterraneo ed, il Nord Africa, vivono gomito a
gomito con i loro concittadini musulmani da 12 a
15 milioni di cristiani che negli anni hanno
avuto un ruolo importante, nono-stante il loro
Piccolo numero. E' stato dopo la conquista arabo
islamica che i cristiani di tutte le confessioni
si sono messi a tradurre, dal greco e dal
siriaco all'arabo, le opere letterarie e
scientifiche dei loro predecessori. Sono stati
essi ad introdurre gli invasori dal deserto alle
discipline orientali (filosofia, matematica,
astronomia, medicina e geografia) provocando
cosi un rinascimento durato sino a tutto il
Medio Evo, quando il mondo occidentale era
ancora sommerso nel buio. A questo proposito è
bene ricordarsi che Carlo Magno sgranava gli
occhi davantiai regali inviatigli da Haroun el
Rashid.
Il mondo occidentale
non ha però tardato ad evolversi: una nuova
ondata di cristiani, cercando rifugio in
Occidente per fuggire invasioni e guerre
incessanti,ha portato con sé i propri tesori
culturalí e scientifici che sono stati i semi
del rinascímento in Occidente.E' stato infatti
opera dei crístianí arabi e degli ebrei il
grosso lavoro di traduzione che si è esteso
dalla Spagna a tutta l'Europa. E fu attraverso
queste traduzioni che san Tommaso scoprì la
filosofia di Aristotele. C'è stato poi un terzo
rinascìmento: quello della cosiddetta cultura
araba, che languiva sotto il dominio turco e
stava per estinguersi. Essa ha di nuovo preso
vita per mano della minoranza cristiana, grazie
in particolare alla scoperta della tipografia,
da essi per primi introdotta nel Libano. Nel
frattempo il vice re Mehemet Ali (il Kedive)
aprì le porte dell'Effitto agli stranieri.
Numerosi siro-libanesi accorsero là,
distinguendosi particolarmente nel commercio e
nel giornalismo sino alla ascesa al potere di
Nasser. Vogliamo a questo proposito citare il
primo giornale in lingua araba, «el ahram»,
fondato dal cristiano Bichara Takla. Sono queste
le pagine dimenticate della storia degli arabi
cristiani che vanno riportate in vita arrichite
dall’esperienza personale. Ma questa
testimonianza va oltre alla nota storica per
confrontarsi con le discriminazioni in atto
verso i non musulmaní nei paesi arabi,
discríminazioni che continuano a provocare un
esodo di notevoli proporzioni. L'immigrazione in
un Occidente tollerante offre un terreno
propizio alla possibilità di iniziare a colmare
il fossato atavíco che divide uomini difede
diversa ma credenti nello stesso Dio, l'unico
Allah, padre di tutti gli uomini.
Ci auguriamo che la
mutua conoscenza contribuisca a moltiplicare
gli scambi culturali tra i popoli,
fortificando in questo modo i legami di
mutua assistenza e di amicizia fra le
nazioni!
Patriarcati cristiani arabi:
La varietà nella Croce
I
cristiani del Medio Oriente, copti in
Egitto, maroniti in Libano, caldei in Irak,
armeni in Turchia, melchiti o ortodossi in
Siria, o ancora palestinesi di Betlemme,
conoscono da più di mezzo secolo un esodo
silenzioso cacciati dalle loro terre a causa
della guerra e della pressione dell’Islam.
Il numero dei cristiani emigrati è andato
aumentando negli ultimi anni; quelli che
rimangono nei Paesi arabi sono in continua
diminuzione, soffrono del complesso del
ghetto e vedono un futuro incerto. Al pari
del resto della popolazione, i giovani, per
la difficoltà di trovare un lavoro e per la
crisi degli alloggi, preferiscono formare
una famiglia e crearsi una nuova vita
altrove, con la triste conseguenza di
tornare al paese natale solo come turisti.
Vi sono inoltre difficoltà e impedimenti di
vario ordine che non consentono ai
patriarchi orientali cattolici di seguire
nella diaspora i fedeli del proprio rito.
Perciò l’emigrazione dei cristiani può
significare la condanna all’estinzione delle
Chiese orientali. Una panoramica delle
singole Chiese può rendere l’idea di quanto
esile sia la presenza cristiana nel mondo
arabo erede dell’impero ottomano.
Comunità dalle radici profonde
Le popolazioni che nei primi secoli del
cristianesimo abitavano il Medio Oriente erano
formate da comunità autoctone e da una forte
componente ellenizzata. La grande importanza di
queste comunità è confermata dal fatto che le
Chiese orientali sono definite con il titolo di
«apostoliche», perchè fondate dagli apostoli.
I primi concili ecumenici riconobbero
l’esistenza di Chiese madri, presiedute da un
patriarca, responsabili della propagazione della
fede cristiana e della nascita di altre Chiese.
L’istituzione patriarcale è comune sia
all’Oriente sia all’Occidente e il vescovo di
Roma, sede patriarcale dell’Occidente, erede
dell’apostolo Pietro, è il patriarca d’Occidente
riconosciuto come primate universale, primo fra
i primi. Le altre sedi patriarcali sono in
oriente, precisamente a: Costantinopoli,
Alessandria d’Egitto, Antiochia e Gerusalemme,
madre di tutte le Chiese e culla della
cristianità.
Il cristianesimo ebbe un immediato e notevole
sviluppo in tutto il Medio Oriente, tanto che il
numero dei cristiani orientali era più numeroso
rispetto a quello degli occidentali. L’Oriente
cristiano, che nell’epoca patristica superava ed
eclissava l’Occidente cristiano, ha subito una
sistematica persecuzione, fisica o morale, e una
progressiva emarginazione nelle aree di
dominazione musulmana. A prescindere da coloro
che negli ultimi anni sono stati costretti a
emigrare, dando origine a una vera e propria
diaspora, gli arabi cristiani rappresentano
circa il 10% della popolazione del Medio
Oriente.
Oltre le incomprensioni
Nonostante la grande eredità religiosa, la vita
delle comunità cristiane del Medio Oriente è
stata caratterizzata lungo i secoli da un
costante stato di incomprensione. Un
atteggiamento dovuto in parte al comportamento
dei musulmani, che hanno spesso identificato la
Chiesa orientale con i colonizzatori stranieri
di queste aree.
La principale popolazione di rifugiati, nel
Medio Oriente, non sono i palestinesi, vittime
della prima guerra arabo-israeliana del 1948,
nemmeno gli ebrei dei Paesi arabi e dell’Iran,
costretti a un esodo simmetrico tra il 1945 e il
1979, ma i cristiani di cultura araba, aramaica,
armena o greca. Quasi dieci milioni sono stati
indotti dalla prima guerra mondiale a oggi ad
abbandonare le proprie case o a emigrare.Ancora
pia sorprendente: l’esodo dei cristiani si
svolge sotto i nostri occhi nel secolo XXI,
senza suscitare compassione o curiosità
mediatica . Il caso più lampante è quello dei
palestinesi cristiani di Cisgiordania: venti
anni fa formavano il 15% della popolazione
locale; dopo la costituzione di un potere
palestinese autonomo, nel 1994, non sono più del
2 o 3%.Una situazione analoga si delinea in
Egitto, dove la minoranza cristiana copta, ieri
fiorente, si è un po’alla volta ridotta a
emigrare.
La sfida dell’Islam radicale
I cristiani hanno potuto essere tollerati dai
poteri musulmani in certe epoche e in certi
luoghi. Quando le circostanze cambiano, questa
tolleranza sparisce. La conquista araba e
successivamente la conquista turca hanno messo
in atto una identica strategia: qualche
operazione militare decisiva permette ai
musulmani di prendere il controllo politico di
una provincia o di uno Stato: il nuovo potere
provoca in seguito divisioni tra i cristiani;
infine il regime della dhimma (protezione)
impone un miscuglio di misure discriminatorie e
di oppressione finanziaria e spinge un po’ alla
volta i cristiani a convertirsi, anche intere
famiglie o comunità. Così un Paese che era
cristiano al 90%, si ritrova a ospitare una
minoranza cristiana ridotta a uno statuto di
secondo piano, costretta a emigrare.
In certi Paesi islamici il fenomeno si accelera
con la crescita di movimenti integralisti o
islamisti all’interno della società musulmana,
che predicano una jihad permanente e
l’esclusione totale dei non musulmani dalle zone
di antica islamizzazione, come il mondo arabo.
In questo momento, non esistendo nei Paesi arabi
la separazione tra Stato e religione, è soltanto
la diversa applicazione delle leggi islamiche a
differenziare l’Islam «radicale» o
«integralista» da quello «moderato». Tutto ciò
in un Islam che, costituzionalmente, dovrebbe
consentire la libertà di culto e di scelta
religiosa, non dovrebbe vietare l’esercizio di
alcune professioni alle donne e ai non
musulmani; un Islam dove dovrebbero vigere
libertà di pensiero, di scelta religiosa, di
uguaglianza di diritti tra i cittadini senza
alcuna discriminazione di sesso o di credo.
Origini e configurazione attuale della Chiesa
Orientale
Per dirimere le controversie teologiche furono
convocati molti concili che furono influenzati
dalla commistione tra i poteri imperiali e
quelli religiosi dando così origine alla nascita
di diverse Chiese che ricalcavano i confini
delle diverse etnie di provenienza dei
partecipanti.
Dal rifiuto di riconoscere Maria madre di Dio è
sorta la Chiesa Nestoriana, detta anche assira
(concilio di Efeso nel 431). Le Chiese copta e
armena rifiutarono di riconoscere in Cristo le
due nature affermavano cioè la presenza di una
sola natura in Cristo, quella divina (concilio
di Calcedonia nel 451). Da notare che negli
ultimi anni furono diramate le principali
questioni teologiche tra le varie chiese.
Nel 1054 lo scisma tra Roma e Costantinopoli
crea una linea di demarcazione tra cattolici e
ortodossi dai quali, negli ultimi tre secoli, si
sono distaccati alcune chiese per riunirsi a
Roma oppure al ramo protestante.
Un tratto caratteristico delle chiese è
rappresentato dal rito che consiste
nell’ordinamento della preghiera ufficiale e
della liturgia elementi che rispecchiano
l’identità dei fedeli.La funzione identitaria è
importante nel contesto del Medio oriente
caratterizzato da una pluralità di chiese.
Le chiese orientali che sussistono attualmente
sotto la giurisdizione del rispettivo patriarca
sono:
- greco-ortodossa (scisma del 1054)
- greco melkita cattolica
- copta ortodossa (istituita a seguito del
concilio di Calcedonia nel 451)
- copta cattolica
- siro-ortodossa
- (siriaca) (Giacobita-istituita a seguito del
concilio di Calcedonia nel 451)
- siro-cattolica
- armena apostolica (istituita a seguito del
concilio di Calcedonia nel 451)
- assira d’oriente (Nestoriana-istituita a
seguito del concilio di Efeso nel 431)
- caldea
- maronita
- latina
Ad eccezione della chiesa maronita, le chiese
cattoliche orientali sono diramazioni da quelle
ortodosse dopo aver riconosciuto il primato del
Papa, Patriarca della sede di Roma.
Volendo raggruppare le chiese per antichi
patriarcato di appartenenza, otteniamo lo schema
seguente:
Patriarcato di Antiochia:
- chiesa greco-ortodossa
- chiesa greco-melkita cattolica
- chiesa siro-ortodossa
- chiesa siro-cattolica
- maronita
Patriarcato di Alessandria:
- chiesa copta-ortodossa
- chiesa copta-cattolica
- chiesa greco-ortodossa
Patriarcato di Gerusalemme:
- chiesa greco-ortodossa
- chiesa armena-apostolica
- chiesa latina
Patriarcato di Costantinopoli:
- chiesa greco-ortodossa
- chiesa armena apostolica
Fu in Antiochia che i discepoli di Gesù furono
chiamati per la prima volta "cristiani". In
questa città risiedettero gli apostoli Pietro e
Paolo. Da qui partirono i primi missionari che
evangelizzarono Asia e Europa. Nella cosmopolita
Antiochia i discepoli di Gesù trovarono
l’ambiente ideale per la loro espansione. A metà
del quarto secolo la città contava 100 mila
fedeli (S. Giovanni Crisostomo, In S. Ignatium
PG 50,591).
Chiesa Armena Apostolica
Origine: il cristianesimo fu introdotto
in Armenia durante la predicazione di S.Gregorio
l’illuminatore dal re Tiridate I che ne fece
religione di stato nel 301, 12 anni prima
dell’Editto di Costantino. La fede cristiana per
gli armeni fu determinante per la definizione
della loro identità nazionale e culturale, che
si è consolidata nel IV secolo con
l’acquisizione di un alfabeto proprio, creato
dal monaco Mesrob Mashtotz. La chiesa armena non
aderì alla dottrina cristologia affermata nel
Concilio di Calcedonia (451) preferendo un
formulazione cristologia di tradizione
alessandrina che affermava, con Cirilo di
Alessandria, la natura unica incarnata del verbo
di Dio. Fu cosi ritenuta monofisita alle chiese
calcedonesi.
La Chiesa Armena è costituita da quattro
giurisdizioni autocefale che insieme
costituiscono un'unica Chiesa.
Sede dei patriarcati:
1. Catholicosat dì Etchmiadzin (Repubblica
Armena): riconosciuto come somma
autorità spirìtuale della chiesa armena, ha
giurisdizione nella Repubblìca Armena, territori
dell’ex-Unione Sovietica, Iraq, Egitto, Sudan,
Etiopia, India e sulla quasi totalità della
diaspora.
2. Catholicosat di Cilicia, con sede ad
Antelias (Libano), ha giurisdizione in Libano,
Siria, Cipro, Iran, Grecia e su parte della
diaspora proveniente da questi paesi.
3. Patriarcato di Gerusalemme: responsabile
per la chiesa armena dei luoghi santi di
Gerusalemme; ha giurisdizione su Gerusalemme,
territori palestinesi, Israele e Giordania.
4. Patriarcato di Istanbul: ha giurisdizione
sulla Turchia.
Titolo patriarcale dei Catholicosat di
Etchmiadzín: Catholicos di tuttì gli Armeni.
Liturgia: rito armeno in lingua armena classica.
Presenza in Medio Oriente: 350.000 (area araba);
circa 540.000 (inclusi Turchia e Iran)..
Presenza nella diaspora: qualche milione, al di
fuori della Repubblica Armena e del Medio
Oriente diffusi prevalentemente in Europa, Stati
Uniti, Canada, Sud America, Australia. Esiste
un'organizzazione ecclesiastica capillare nella
diaspora, con diocesi e parrocchie. I
Catholicosat di Etchnizin e di Cilicìa hanno
giurisdizioni separate in Nord America.
Chiesa Assira d’Oriente (Nestoriana)
origine: dopo il Concilio di Efeso (431)
conservò la formulazione dei dogma cristologico
proposta da Origene: conservò la formulazione
dei dogma cristologico proposta da Nestorio,
condannato da quel concilio, e fu per questo
considerata nestoriana dalle altre chiese.
Diffusa originariamente in Mesopotamia e in
Persia, la chiesa assira conobbe nel Medioevo
una grande espansione missionaria, raggiungendo
l'india e la Cina. Con l'invasione araba iniziò
un periodo di progressivo declino, ma fu
l'invasione mongola di Tamerlano del secolo XIV
ad annientare questa chiesa, riducendola a poche
comunità presenti in Iraq, in Siria e nella
Turchia orientale. Dopo le repressioni subite in
Iraq nel 1933 gran parte dei cristiani assiri è
emigrata negli Stati Uniti, dove si è stabilito
anche il patriarca.
La chiesa assira è tuttora presente con piccole
comunità anche in India, ultimo retaggio della
sua diffusione in Asia nell'epoca medievale:
attualmente conta nei Kerala, a Trichur, circa
15.000 fedeli.
Nel 1994 il patriarca assiro residente in
Illinois ha sottoscritto con il romano pontefice
della chiesa cattolica una dichiarazione di fede
cristologica comune.
La chiesa assira è tuttora presente con piccole
comunità anche in India, ultimo retaggio della
sua diffusione in Asia nell'epoca medievale:
attualmente conta nei Kerala, a Trichur, circa
15.000 fedeli.
Nel 1994 il patriarca assiro residente in
Illinois ha sottoscritto con il romano pontefice
della chiesa cattolica una dichiarazione di fede
cristologica comune.
Sede dei patriarcati: a partire dal 1968
all'interno della chiesa assira si è verificato
uno scisma che ha dato origine a due
patriarcati: uno con sede a Morton Grove
(Illinois, USA), in successione con la li nea
patriarcale precedente, l'altro con sede a
Baghdad; lo scisma è attualmente in corso di
compozione in favore del catholicos residente
negli Stati Uniti, che rappresenta la
successione legittima. Titolo patriarcale:
Catholicos della Chiesa di Oriente.
Liturgia: rito siro-orientale, detto anche
persiano o caldeo, in siriaco.
Presenza in Medio Oriente: 110.300 (area araba);
circa 122. 000 (inclusi Turchia e Iran).
Presenza nella diaspora: circa 130.000
prevalentemente negli Stati Uniti, Canada,
Australia. Esiste un'organizzazione
ecclesiastica nella diaspora sotto la
giurisdizione del patriarcato assiro con sede in
Illinois.
Chiesa Caldea
Origine: nel 1552 per distacco dalla chiesa
assira di Oriente: un gruppo di vescovi si
oppose alla nomina per successione ereditaria
del patriarca, chiedendo nel contempo l'unione
con la chiesa di Roma; nel 1553 papa Giulio III
consacrò vescovo l'abate eletto e lo proclamò
patriarca di tutti i caldei.
Sede del Patriarcato:Baghdad (Iraq).
Titolo patriarcale., Patriarca di Babilonia dei
Caldei.
Liturgia: rito siro-orientale, detto anche
persiano o caldeo, in siriaco e in arabo.
Presenza in Medio Oriente: da 402.400 (R
Fargues) a circa 525.000 (stime ecclesiastiche
locali) nell'area araba; circa 3000 in Turchia,
10.000 in Iran. Non tiene conto dell’emigrazione
a seguito dell’ultima guerra in Iraq.
Presenza nella diaspora: circa 120.000
prevalentemente in Francia, paesi dei Nord
Europa, Stati Uniti e Australia. Esiste
un'incipiente organizzazione ecclesiastica nella
diaspora, con una diocesi caldea negli Stati
Uniti e parrocchie negli altri stati.
Chiesa Copta ortodossa
Origine: La Chiesa Copta fu fondata in Egitto
nel I secolo d.C. dalle prediche dell'apostolo
Marco, che scrisse il secondo Vangelo nel primo
secolo d.C., e che portò il cristianesimo in
Egitto, al tempo dell'imperatore Nerone. È una
delle chiese ortodosse d'oriente. I primi monaci
copti vissero in Egitto durante il IV secolo,
molti di loro morirono come martiri. Durante il
IV e V secolo la Chiesa Copta si separò da
quella greca a causa di una disputa riguardante
la natura di Cristo; non aderì al Concilio di
Calcedonia (451) preferendo una formulazione
cristologia di tradizione alessandrina che
affermava, al seguito del patriarca Cirillo di
Alessandria, la natura unica incarnata del Verbo
di Dio. Fu considerata monofisita sino al 1973
anno della sottoscrizione di un documento di
fede cristologico comune con il patriarcato di
Roma (il papa PaoloVI).
Sede del Patriarcato: Il Cairo.
Titolo patriarcale: Patriarca di Alessandria e
di tutta l’Africa chiamato anche papa. La Chiesa
Copta ha il proprio papa, Shenuda III, ed è il
patriarca numero 117 dalla predicazione di San
Marco. Liturgia: rito alessandrino in arabo e in
copto.
Fedeli: 8.000.000 in grandissima maggioranza in
Egitto.
La chiesa copta ortodossa è concentrata in
Egitto ed Etiopia. In Egitto questa comunità
rappresenta la più forte concentrazione
cristiana di tutto il Medio Oriente. Non vanno
però dimenticati anche i circa 18 milioni di
copti dell'Etiopia, che mantengono uno stretto
legame religioso con quelli egiziani.
I copti sono presenti in Egitto in maniera
capillare in tutti i villaggi, anche nei più
poveri. Si tratta di comunità che sono spesso
dimenticate e abbandonate a se stesse: l'unico
segno della fede cristiana ereditata dai propri
padri è spesso un tatuaggio a forma di croce. Si
tratta quindi di un legame con la Chiesa
estremamente fragile e perciò non duraturo. Le
conversioni all'islam sono pertanto frequenti
sia a causa dei matrimoni sia per sfuggire alle
discriminazioni. Le comunità copte tendono in
genere a evitare di essere troppo visibili,
fatto questo che ne ha facilitato molto la
sopravvivenza nei secoli: dove infatti nel Medio
Oriente la presenza dei cristiani è stata più
esuberante, le vessazioni sono state maggiori.
Con l'aumento dell´attività dei fondamentalisti
islamici dalla fine degli anni '70 le condizioni
di vita dei copti in Egitto sono peggiorate. Tra
il 1981 e 1985 il papa Shenuda III fu tenuto
agli arresti domiciliari in un monastero nel
deserto.
Diaspora: circa cinquecentomila; Negli ultimi 30
anni molti sono emigrati nelle americhe e in
parte in Europa a seguito alle discriminazioni
messe in atto dalle autorità accompagnati da
eccidi rimasti impuniti. Una sede episcopale è
stata creata alle porte di Milano.
Chiesa copta cattolica
Distaccatosi da quella ortodossa
nel 18° secolo è retta da un patriarcato sin dal
19° secolo.
Sede del Patriarcato: Il Cairo.
Titolo patriarcale: Patriarca di Alessandria dei
copti.
Liturgia: rito alessandrino in arabo e in copto.
Fedeli: circa trecentomila con alcuni in
diaspora nella quale le parrocchie
copto-cattoliche sono sotto la giurisdzione
degli ordinari latini.
Il Natale è celebrato il 7 gennaio invece del 25
dicembre.
Chiesa Greco-ortodossa in Medio oriente
L'ortodossia è una delle tre maggiori branche
del cristianesimo. La storia della Chiesa
cristiana ha inizio con la discesa dello Spirito
Santo sugli Apostoli a Gerusalemme durante la
festa della Pentecoste. Le chiese ortodosse
delle varie nazioni sono autocefale, cioè si
governano autonomamente riconoscendo però un
primato d'onore al Patriarca di Costantinopoli.
I capi delle chiese autocefale possono essere
chiamati patriarca, metropolitano, o
arcivescovo. Questi prelati sono presidenti dei
sinodi, che, in ogni chiesa, costituiscono la
più alta autorità canonica, dottrinale ed
amministrativa. Nei Concili del quarto secolo
del cristianesimo le città di Gerusalemme,
Antiochia ed Alessandria d’Egitto furono elevate
a sedi di patriarcati. Fra le varie chiese
ortodosse cé un ordine di precedenza, che è
determinata da storia piuttosto che da presenza
numerica attuale. L'Ortodossia ha sempre
assegnato grande importanza al posto dei Concili
nella vita della Chiesa. La sua origine data dal
Concilio di Calcedonia (451) che accetta la
definizione cristologia delle due nature in
Cristo a differenza di quanti la rifiutarono;
alcune chiese arabe si staccarano dall’autorità
del patriarca greco formando chiese indipendenti
locali.
La separazione tra ortodossi e cattolici è
avvenuta nel 1054, in maniera ufficiale, con le
reciproche scomuniche. Solo nel 1967 sono state
abolite in un incontro fra il papa Paolo VI e il
patriarca di Costantinopoli Atenagora.
Sede dei Patriarcati:
Alessandria: Patriarca di Alessandria e di tutta
l’Africa, di lingua greca, con giurisdizione
sull’Egitto e sui paesi africani,.
Damasco: Patriarca di Antiochia e di tutto
l’Oriente, di lingua araba, con giurisdizione su
Libano, Siria, Iraq,Iran e su parte della
propria diaspora.
Gerusalemme: Patriarca di Gerusalemme, di lingua
greca, con responsabilità di custodia per i
luoghi santi della chiesa greco-ortodossa con
giurisdizione su Gerusalemme, territori
palestinesi, Israele e Giordania. Istanbul:
Patriarca di Costantipoli con giurisdizione
sulla Turchia, su alcune ridotte aree della
grecia e su gran parte della diaspora
greco-ortodossa mondiale.
Liturgia:
Quale residuo della storia, ad eccezione del
patriarcato di Damasco, le altre sedi sono
occupate da vescovi e parte del clero di lingua
greca nonostante i fedeli siano arabi. Fedeli in
medio oriente: circa un milione.
Diaspora: circa 400.000 greco-ortodossi arabi
sotto la giurisdizione del patriarca arabo di
Antiochia.
Chiesa Greco-Melkita-Cattolica
distaccatosi da quella ortodossa nel 17° secolo
(anche se non cera stata nessuna rottura
ufficiale nel passato con la chiesa di Roma) è
retta da un patriarcato sin dal 1724 reiterando
il suo riconoscimento del primato del Papa,
Patriarca di Roma. La ragione profonda del
distacco era di voler proteggere l’eredità
cristiana araba di fronte alle pressioni del
Califfo ottomano e poter migliorare la
formazione del clero arabo a contatto con
l’arrivo dei missionari latini. Durante la
dominazione ottomana, il sultano aveva delegato
al patriarca greco di Costantinopoli l’autorità
su tutto la cristianità orientale a maggioranza
araba causando vessazioni e scontento tra i
fedeli arabi. Nonostante l’ellenizzazione dei
patriarcati di Gerusalemme e di Alessandria, il
clero del patriarcato di Antiochia riuscì a
mantenere l’arabo come lingua liturgica delle
funzioni religiose e non ha mai aderito allo
scisma d’Oriente. La chiesa melkita segue la
liturgia, teologia e spiritualità bizantina che
rappresenta la tradizione del Medio Oriente.
Sede del Patriarcato: Damasco.
Titolo patriarcale: Patriarca di Antiochia e di
tutto l’Oriente, di Gerusalemme e di
Alessandria.
Liturgia: rito bizantino in arabo.
Fedeli: circa 1.200.000 sparsi per tutto il
medio oriente con forte concentrazione in Siria
e Libano, piccole ma influente minoranze nel
resto del mondo arabo e una diaspora per il
50%in Europa, nelle Americhe e in Australia.
Esiste un’organizzazione ecclesiastica melkita
nella diaspora con diocesi e parrocchie.
La Chiesa melkita si è sempre fatta paladino per
creare un ponte tra oriente e occidente prima
passo verso l’unione tra i fedeli arabi,
ortodossi e cattolici, ciascuno mantenendo la
sua autonomia.
http://www.melkite.org/Melkite.htm
http://www.mliles.com/melkite/history.shtmlater
History
http://www.opuslibani.org.lb/eglise/0CONOSCERSI PER CONVIVERE E COSTRUIRE LA PACE/histoire.html
Chiesa Maronita:
Origine: nel IV secolo si raccolse intorno a San
Marone un gruppo di discepoli, i quali
successivamente fondarono un monastero tra
Antiochia e Aleppo; il monastero, pur essendo
all’interno del patriarcato di Antiochia
sviluppo tradizioni proprie, e nel V secolo fu
strenuo assertore della cristologia calcedonese
come lo furono i melkiti. Per sottrarsi alle
persecuzioni delle chiese contrarie alla
dottrina calcedonese, due nature in Cristo, e
successivamente agli invasori musulmani, si
ritirarono nel VII secolo sulle montagne del
Libano. I suoi monti, noti già nell’antichità
per le pregiate foreste, si rivelarono un sicuro
rifugio per le minoranze etniche e religiose fin
dagli anni immediatamente successivi alla
conquista araba della Siria. A partire da questo
periodo di isolamento si configurarono come
chiesa autonoma:iniziarono a eleggere il proprio
vescovo. Nel 1182, in occasione di rinnovati
contatti con i cattolici latini nel periodo
crociato, i maroniti confermarono la loro unione
con la chiesa di Roma, affermando di non aver
mai receduto dalla comunione con essa. E una
chiesa cattolica orientale che non nasce dal
distacco da una chiesa ortodossa.
Sede del patriarcato:Bkérké (libano).
Titolo patriarcale: Patriarca di Antiochia e di
tutto l’Oriente dei Maroniti.
Liturgia: rito antiocheno in siriano e in arabo.
Presenza in Medio Oriente: circa 800.000
concentrati nel Libano. L’ordinamento
costituzionale del la repubblica libanese
prevede che la carica del presidente sia
riservata ad un cristiano-maronita.
Diaspora: circa 3 milioni nelle Americhe,
Australia e Europa. Esiste un’organizzazione
ecclesiastica nella diaspora con diocesi e
parrocchie.
LA CHIESA SIRIACA (giacobita) DI ANTIOCHIA
Chiesa siro-ortodossa:
La Siria fu il campo di battaglia delle
controversie cristologiche, origine della
divisione religiosa in Oriente. Infatti nel 451
il concilio ecumenico di Calcedonia condannò il
monofisismo (il Cristo avrebbe una sola natura)
e proclamò la dottrina ufficiale e l’umana, in
una sola persona. La maggior parte della
popolazione siriana non accettò le decisioni
conciliari, preferendo una formulazione
cristologia di tradizione alessandrina che
affermava, con Cirillo di Alessandria, la natura
unica incarnata del verbo di Dio, più per
fraintendimento di parole che per divergenze
teologiche, e si separò dalla Chiesa di
Costantinopoli. Essi furono così considerati
monofisiti dalle chiese calcedone-Ortodossa e
furono denominati chiesa giacobita. La Chiesa
giacobita ha conosciuto una straordinaria
fioritura monastica nei primi secoli.
Dopo una discreta espansione in Oriente, la
chiesa gíacobita fu colpita duramente
dall'invasione mongola di Tamerlano nel secolo
XIV, e la sua maggìore presenza si è concentrata
nell'area di Origine mediorientale.
A partire dal secolo XVII, la chiesa
siro-ortodossa malankarese, presente oggi in
India con oltre un milione di fedeli, dipende
dal patriarca siro-ortodosso. Nel 1984 il
patriarca ha sottoscritto con il romano
Pontefice della chiesa cattolica un documento in
cui si afferma la fede cristologia comune, si
ammettono i fedeli alla reciproca comunione
sacramentale e si consente la formaziorl
reciproca dei candidati al sacerdozio. I vescovi
sono eletti tra i monaci. Gli uni e gli altri
sono celibi, non così il clero rurale
Sede del patriarcato:Damasco .
Titolo patriarcale: Patriarca di Antiochia e di
tutto l'Oriente. La Chiesa siriaca, come tutte
le Chiese orientali, è di struttura patriarcale.
Il suo capo si presenta come "Patriarca
d’Antiochia e di tutto l’Oriente". Si considera
l’erede diretto e legittimo della primitiva
Chiesa apostolica d’Antiochia, retta dal primo
vescovo-martire S. Ignazio.
Liturgia: rito antiocheno in siriaco
Presenza in Medio Oriente.- circa 150.000
Presenza nella Diaspora: circa 150.000,
prevalentemente in Europa Settentrionale Stati
Uniti e Canada, Australia. Esiste
un'organizzazione ecclesiastica nella diaspora,
con diocesi e Parrocchie.
Chiesa siro-cattolica
distaccatosi da quella ortodossa nel 17° secolo
è retta da un patriarcato sin dal 1724
accettando il primato del vescovo di Roma,
mantenendo liturgia e tradizioni originali
tramandati nei secoli.
Sede del patriarcato: Beirut .
Titolo patriarcale: Patriarca di Antochia e dei
Siri
Liturgia: rito antiocheno in siriano e arabo
Presenza in Medio Oriente.- circa 100.000
Presenza nella Diaspora: alcune migliaia,
prevalentemente in Europa Settentrionale, Stati
Uniti e Australia.
Esistono soltanto parrocchie e cappellanie sotto
la giurisdizione degli ordinari latini.
Chiesa Latina in Medio Oriente:
Origine: dopo un'iniziale diffusione nel secolo
XI I in occasione delle Crociate e dei Regni
Latini, la chiesa cattolica latina ha avuto
nuova espansione in Medio Oriente nel secolo XIX
tramite l'opera di missionari presso le comunità
cristiane orientali. Nel 1847 fu restaurato il
patriarcato latino di Geru salemme con la nomina
dei nuovo patriarca, che ha giurisdizione sui
fedeli latini della sua diocesi comprendente
Giordania, Palestina, Israele e Cipro. Gli altri
cattolici latini del Medio Oriente dipendono dai
rispettivi vicari apostolici.
Sede del Patriarcato: Gerusalemme.
Titolo patriarcale: Patriarca di Gerusalemme dei
Latini
Liturgia: rito latino in latino e in arabo.
Presenza in Medio Oriente arabo: 86.300 (di cui
circa 63.300 sotto la giurisdizione dei
patriarca di Gerusalemme).
Chiese Protestanti in Medio Oriente
Origine, le chiese e le varie denominazioni
protestanti si sono diffuse in Medio Oriente a
partire dal secolo XIX tramite l'opera di
missionari europei e americani presso le
comunità cristiane orientali. Attualmente sono
presenti nel Medio Oriente arabo circa undici
diverse denominazioni protestanti che fanno
parte dei Consiglio delle Chiese dei Medio
Oriente: si tratta delle chiese episcopali
evangeliche, della chiesa luterana, della chiesa
presbiteriana e di cinque altre diverse chiese
evangeliche cui l'Unione nazionale evangelica
dei Libano e l'Unione delle chiese armene
evangeliche del Medio Oriente.
Alle chiese costituite si devono aggiungere i
nuovi movimenti di matrice evangelica.
Le chiese protestanti hanno in corso dialoghi
ecumenici sia con la chiesa cattolica sia con le
altre chiese orientali calcedonesi e non
calcedonesi.Nonostante il numero esiguo dei
fedeli sono molto attivi nella vita pubblica.
Liturgia: secondo le rispettive tradizioni
liturgiche riformate.
Presenza in Medio Oriente arabo
Giuseppe Samir Eid