DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
CONOSCERSI PER CONVIVERE E COSTRUIRE LA PACE |
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TERRORISMO ISLAMICO E PREVENZIONE: UNA SFIDA
12-2004
Contributi originali
AGO-SETT-OTT 2004
Terrorismo islamico e prevenzione: una sfida
Giuseppe Samir EID (R.C. MILANO SUD-EST)
Ho letto con interesse il panorama descritto da
Farotti ottimamente sintetizzato nel numero 5 di
maggio. Vorrei offrire il mio contributo su alcuni
aspetti della prevenzione appena sfiorati
dall’Autore, ma che aiutano a completare la
comprensione del fenomeno.
Negli ultimi quarant'anni nelle società musulmane si
è verificata una fortissima crescita demografica,
che ha portato a più del raddoppio della
popolazione. Questo è avvenuto in aree geografiche
che, se si eccettua una piccola minoranza
privilegiata, sono caratterizzate da un livello
economico molto basso rispetto a quello
dell'Occidente, provocando le ondate migratorie
verso l’Europa.
Nonostante l’80% delle riserve dell’energia mondiali
si trovino nei Paesi islamici, (arabi e non), il Pil
o ricchezza prodotta dai Paesi arabi (200 milioni di
abitanti), equivale soltanto a un quarto del PIL
dell’Italia! (World dev. Report 1999/2000).
Inoltre l’Islam‚ coinvolto nel maggior numero delle
guerre non ufficiali in corso nel mondo (oltre due
milioni di morti solo nel Sud n). Crescita
demografica, arretratezza economica e la debolezza
del tessuto socio-culturale sono i principali motivi
propulsori dell'ondata migratoria ver o l'Occidente
divenuto, in modo particolare negli ultimi anni
anche per la sua vicinanza geografica, un polo di
grande attrazione per molti emigrati provenienti
soprattutto dai Paesi arabi.La globalizzazione dei mezzi di comunicazione (TV,
Internet) e la velocità dei mezzi di trasporto, che
hanno ravvicinato fisicamente i popoli rendendo
ancora più evidenti le disuguaglianze, hanno
generato uno stimolo al loro movimento ed al revanscismo
contro l’Occidente ricco,
colonialista rima, poi definito come sfruttatore
delle ricchezze dei pi‚ poveri sotto la copertura
dell’imperialismo economico. Per queste ragioni si
prevede che l’andamento dell’immigrazione in
Occidente sarà in aumento fintanto che non ci sarà
uno sviluppo culturale, economico e sociale nei
Paesi con popolazioni povere che i governi dei Paesi
più‚ ricchi non avranno attuato una politica di
programmazione a lungo termine di aiuto economico
mirato alle risorse umane.
E'
da tener presente, inoltre, che l'indole e la
tradizione delle popolazioni che abitano i Paesi
della fascia meridionale dell'area mediterranea le
rendono particolarmente sensibili al coinvolgimento
religioso. Un atteggiamento, questo, che possiamo
comprendere meglio se prendiamo in considerazione il
fatto che l'intera società impregnata di
caratteri religiosi. Basti pensare che ogni stato
arabo a maggioranza musulmana trae le leggi che
disciplinano la convivenza fra i cittadini proprio
dal Corano. „ stato dimostrato che una buona parte
dei canali di finanziamenti al terrorismo passano
attraverso l’Occidente: questi vanno inariditi come
specificato da Farotti. Vorrei aggiungere altri
aspetti di prevenzione, non meno importanti, da
svolgersi sia in Occidente sia nei Paesi islamici.
PREVENZIONE DEL
TERRORISMO IN OCCIDENTE
Senza assolutamente voler assimilare terrorismo =
Islam, i fatti hanno dimostrato che gli atti di
terrorismo sono stati perpetrati da ambienti vicini,
o che hanno frequentato, i luoghi d’aggregazione
islamica: moschee, centri culturali o simili. Alcuni
istigatori fanno leva sulla frustrazione, presente
anche tra gli immigrati in Europa, in particolar
modo quelli che non sono riusciti ad integrarsi e
sono stati trascinati nella violenza in nome
dell'Islam. Da ciò si capisce che i fattori
religiosio e culturali non possono essere trascurati
nell'affrontare l’integrazione degli immigrati ed i
problemi inerenti alla prevenzione. Alcuni movimenti
costituiti su base religiosa islamica hanno in
comune una visione antioccidentale ed intendono
cambiare la società; credono di avere un modello di
civiltà da offrire, vogliono sostituirlo al nostro.
Tanto più che dietro l’immigrazione islamica ci sono
spesso Stati islamici che intendono servirsene per
interessi politico-religiosi; da questo,
l’importanza di affrontare il tema della convivenza
e dell’integrazione in Occidente.
Per queste ragioni, i messaggi proposti dai centri
islamici vanno monitorati dalle autorità. I messaggi
sono di adesione ai valori fondamentali della
società d’approdo senza rinunciare alla cultura
d’origine? Di apertura al pluralis o culturale, tra
un sistema di valori, condiviso e giuridicamente
definito, con tutte le componenti sociali? Il
richiamo all’identità islamica ‚ sempre compatibile
con l’assetto giuridico e socioculturale dei Paesi
europei?
Le conseguenze sul comportamento di milioni di
persone, sono intuibili. Da ci„ potrebbero nascere
potenziali stati di conflitto che esigono di essere
affrontati con la necessaria consapevolezza. …
necessario chiedere ai responsabili dei centri
islamici, specialmente quelli non nati in Italia, di
manifestare con chiarezza la disponibilità
all’integrazione e la lealtà alla società in cui si
vive.Su questo punto‚ auspicabile un dialogo serio e
costruttivo per prendere coscienza dei problemi che
l’immigrazione musulmana pone. Il dialogo dovrà
riguardare l’integrazione dei musulmani nel tessuto
delle società europee, cos† diverse per mentalità,
costumi e valori, con la possibilità di una
convivenza civile e serena tra tutti i cittadini.Spetta alle no tre intituzioni preparare un progetto
di integrazione che rispetti i diritti fondamentali
di pratica religiosa per l’individuo nel rispetto
dell’ordinamento costituzionale del nostro Paese. Il
termine "integrazione" ‚ qui inteso come adesione ai
valori fondamentali della società senza che si
rinunci alla cultura d’origine.
PREVENZIONE NEI
PAESI ARABI E ISLAMICI
Il
senso di vittimismo ‚ uno dei mali dei popoli arabi
(povertà, sfruttamento, divisioni interne…) e loro
debolezza di fronte ad un Occidente forte, ricco, e
soprattutto cristiano ed amico dei sionisti; fa da
propellente al senso di frustrazione dilagante nelle
masse abilmente manipolate. Constatiamo allora che
l'estremismo religioso, abbinato al sottosviluppo
economico-culturale, riesce a coagulare ampi strati
della popolazione, delusi dal mancato sviluppo
economico e da riforme sociali sempre promesse dai
governi cosiddetti socialisti e mai attuate. l’Islam
è allora percepito come occasione di riscatto.Proprio per questo, l'accusa che viene più spesso
avanzata nei confronti dell'operato dei governi
arabi, alleati politicamente all’Occidente, è di non
seguire alla lettera gli insegnamenti del Corano e
di cedere invece al compromesso con il mondo
occidentale e con i suoi simboli esteriori.
L’apporto delle Organizzazioni internazionali e
dell’Occidente allo sviluppo economico va abbinato a
quello culturale e sociale, con particolare
riferimento ai contenuti dell’insegnamento
scolastico e dei programmi televisivi e dei media.
Esistono tra gli intellettuali arabi correnti che
lottano contro ogni forma di violenza e per
l’uguaglianza fra i cittadini, senza distinzione di
razza o religione e per affrancare la donna da tutti
i dettami discriminatori esistenti nelle leggi in
ess re. Lo sviluppo della donna è la strada maestra
per lo sviluppo del mondo musulmano.
Il
direttore di una pubblicazione saudita ha scritto
recentemente non tutti i musulmani sono terroristi,
ma tutti i terroristi sono musulmani ; massacri
contro bambini e civili perpetrati in nome di Dio
(Allah) Clemente Misericordioso. Giù nel 2002 i più
noti leader religiosi musulmani giustificavano le
azioni di martirio dei mujàhidin trovandone il
fondamento nel Corano e nella tradizione del
Profeta. Le vicende quotidiane della guerra in atto
riportano sempre più che il controllo della
popolazione rimane da parte degli ulemas e degli
imam delle moschee, tanto che sono diventati gli
interlocutori privilegiati dei Governi occidentali.
Diventa evidente che la lotta contro l’integralismo
religioso può essere vinta soltanto con l’apporto
che potrebbero dare i leader religiosi musulmani nei
Paesi arabi e tutti i mezzi dovrebbero essere
adottati dai Paesi interessati per ottenerne
l’adesione. Le varie iniziative pubbliche di dialogo
intraprese dalle organizzazioni cristiane in
Occidente possono dare il loro frutto soltanto se
fossero replicate nei Paesi islamici. E'
indispensabile che la strada del dialogo sia
percorsa anche nei Paesi islamici, arabi e non
arabi. Personalmente non credo alla definizione di
“Islam moderato”. Esiste un solo Islam, applicato in
misure così diverse a secondo dei governanti del
momento e del potere in atto in un dato luogo; in
nessun caso risulta contenere gli ingredienti di
quello che noi chiamiamo democrazia: libertà e
uguaglianza. In questo momento, non esistendo nei
Paesi arabi la separazione tra stato e religione, è
soltanto il modo con il quale sono insegnate ed
attuate le leggi islamiche, che differenzia l’Islam
e che ci fa dare l’etichetta di Islam moderato. Un
Islam che dovrebbe non discriminare i cittadini in
base al loro credo religioso o al sesso, consentire
la libertà di culto e di scelta religiosa, non
vietare l’esercizio di alcune professioni a donne ed
ai non musulmani; dove vigono libertà di pensiero,
di scelta religiosa, di uguaglianza di diritti tra
cittadini senza alcuna discriminazione di sesso o di
credo religioso.
Gli
aspetti sociali, religiosi e culturali della
globalizzazione vanno gestiti in uguale misura e, di
pari passo, con gli aspetti economici, per fare sì
che i ponti che oggi possono unire fisicamente i
popoli siano fattori di convivenza e non di
divisione e di conflitti. Per gestire questi
cambiamenti … necessario che agiscano di concerto
Nord e Sud, Oriente ed Occidente, e non lascino
spazio a coloro che pretendono di detenere il
monopolio della Verità e di voler utilizzare la
coercizione per imporre la loro Verità, creare dei
ghetti, futuri centri di potere.
DIALOGO SPIRITUALE
Tenuto conto dell’importanza dell’elemento
religioso, un ulteriore elemento di prevenzione del
terrorismo consiste nello stabilire un dialogo tra i
responsabili religiosi di tutte le principali
religioni, con l’obiettivo di abbattere i muri della
diffidenza e scoprire i valori comuni delle
rispettive religioni, nel rispetto reciproco. Oggi …
urgente offrire contenuti spirituali alla
globalizzazione e, a questo scopo, l’incontro tra
Islam, Ebraismo e Cristianesimo, può essere prezioso
e fecondo per la pace nel mondo. La presenza in
Europa di arabi cristiani, con una tradizione di
vita in comune con i musulmani, cittadini cristiani
di Stati islamici, sono parte integrante del mondo
arabo; svolgono da sempre un ruolo di ponte tra le
due rive del Mediterraneo. Oggi questo ruolo non è
più limitato all’interno del mondo arabo musulmano,
ma va esteso anche verso l’Occidente, per aiutarlo a
comprendere meglio l’Oriente, ancora una volta senza
pregiudizi e senza idealismo ad aiutare il mondo
arabo a comprendere l’Occidente.
(G.S.E.)
Pervenuto il 21 agosto 2004
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Intendono
fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio,
gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei
cristiani nel mondo islamico da cui proviene l'autore.La conoscenza
dell’altro, delle diversità culturali e religiose
sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini
ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul
territorio. |
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