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Moschea a Milano
FAX - 20/08 - 2009
MESSAGGIO
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Data: 20 agosto ’09
A: dott. Riccardo
DA : G. Eid
Copia :Ing. Carlo
Numero di pagine:1
OGGETTO:
Economista d’impresa nazionale ed internazionale, attento alle
situazione dei musulmani in occidente e a quella dei cristiani
nel mondo arabo, autore di varie pubblicazioni. Ci siamo
conosciuti nel corso di una mia relazione avente come oggetto la
convivenza dei musulmani in Italia, al circolo dei Pugliesi a
Piazza Duomo.
A mio parere, la costituzione di sale di preghiere a Milano va
fatta a secondo delle esigenze dei singoli quartieri e non va
valutato in base al numero dei musulmani residenti a Milano; la
valutazione arbitraria di una percentuale che prega è un fatto
prettamente personale, si presta a strumentalizzazioni. Infatti,
a differenza della chiesa o della parrocchia, ai musulmani
necessitano dei luoghi dove radunarsi per pregare sotto la guida
di un imam responsabile della predica. Ancorché questo non sia
obbligatorio in quanto nell’islam il rapporto che esiste tra il
fedele e il nostro comune Creatore, Dio, è diretto senza il
filtro di una gerarchia.
La moschea invece è uno spazio che ha altre funzioni oltre la
soddisfazione delle esigenze religiose, in quanto svolge
funzioni socio-politiche e di aggregazione di tutti quanti si
identificano alla stessa religione e la stessa corrente in
quanto nel mondo islamico arabo le leggi sono applicate in modo
diverse a secondo dei paesi e del governo del momento, non sono
ne costanti ne uguali in tutti i paesi. La moschea non è
soltanto un luogo di preghiera o di culto, ma un centro di
aggregazione islamica con valenze culturali, sociali e non di
meno politiche. In generale le sommosse sbucano di venerdi dopo
la predica.
Colgo l’occasione per dilungarmi sulla prospettiva della
creazione di una moschea a Milano: Non UNA moschea a Milano ma
tante quante sono le reali necessità degli abitanti residenti.
Mi consenta di attirare la Sua attenzione su alcuni
inconvenienti alle quali si va incontro ad offrire un luogo
unico a Milano per la preghiera , invece di favorire la
creazione di sale di preghiere nei quartieri che più ne hanno il
bisogno. Si eviterebbe lo spostamento libero o “incentivato” di
popolazioni da una parte all’altra della città, togliendo cosi
tempo a ore utili per il lavoro se fosse di giorno feriale. A
titolo di esempio:
1. La gestione dello spazio unico potrebbe venire presa in
consegna dagli esponenti di viale Jenner, dunque all'UCOI,
proprio quelli che non hanno aderito ai valori della nostra
costituzione.
2. l'UCOI verrebbe favorito come rappresentante dei musulmani a
diventare il porta parola di richieste per favorire
politicamente l'introduzione di "eccezioni" alle leggi dello
stato; agevolare alcune eccezioni proposte dall’UCOI per i
musulmani aprirebbe la strada a privilegi e discriminazioni a
discapito degli altri cittadini non musulmani e darebbe
ufficialità a solo una parte della rappresentanza musulmana in
Italia; l'esempio del UK dovrebbe insegnarcelo.
3. Non è detto che gli abitanti musulmani “non frequentatori
delle moschee” siano contenti delle eccezioni o privilegi che
verrebbero concordati con un interlocutore ufficiale. Cosi
facendo si escludono musulmani non aderenti alla linea
dell'UCOI, sono i più numerosi ma meno organizzati; questi
elementi non politicizzati diventerebbero quasi obbligati ad
essere canalizzati attraverso coloro che si sono eretti a
rappresentanza dei musulmani. Un altro elemento da considerare
sono i molti musulmani, specialmente le donne, che preferiscono
non avere regimi discriminatorie, anzi sono fuggito dai loro
paesi proprio per questa ragione.
4. Rappresentare i musulmani o l’islam? rimango perplesso sulla
la ricerca frenetica di un interlocutore per i musulmani. Dico
bene musulmani e non islam. La Cei e i vescovi locali hanno i
loro canali propri con le autorità religiose islamiche, ma lo
Stato italiano e le autorità civiche dovrebbero rapportarsi con
i cittadini, residenti, clandestini e cos’altro, tramite le
proprie istituzioni per l‘applicazione puntuale delle leggi
nostrane. Non mi risultano l’esistenza di interlocutori
ufficiali in rappresentanza dei cittadini in base alla loro fede
religiosa atei, buddisti, ecc.? Si scivolerebbe cosi ad
identificare i cittadini per la loro religione, col pericolo di
cadere nel razzismo.
5. l'UCOI verrebbe favorito a diventare un partito politico per
le elezioni amministrative sul'esempio dei fratelli musulmani in
Egitto o Hamas in Palestina.
6. I gestori dello spazio di preghiere diventerebbero facilmente
una leva politica in mano ad uno stato estero finanziatore; un
pericolo che presto o tardi potrebbe avverarsi. A causa della
mancanza di predicatori e di imam qualificati disponibili molto
spesso la predica viene trasmessa, non in italiano, da un paese
straniero attraverso la TV con considerazioni lontane dalla
realtà italiana.Come Lei saprà, i musulmani fanno sovente
riferimento alla Mecca come autorità morale, teologica o altra
istituzione rinomata quale l’Azhar del Cairo che è soggetta
all’autorità del governo locale. E facile prevedere la richiesta
di una moschea per far pendant alla cattedrale con tutti gli
inconvenienti sopracitati
7. L'ubicazione dello spazio unico non favorisce la religiosità
delle famiglie: in una città grande come Milano lo spostamento
dal luogo di abitazione richiede un tempo che non facilita la
libera frequenza alla preghiera, cosa che sarebbe possibile se
il quartiere avesse il proprio luogo di aggregazione. Poi,
sarebbe da favorire lo svolgimento dei raduni religiosi non
proprio di venerdi che è giorno lavorativo normale provocando
con i soliti intralci alla circolazione, ma piuttosto nei giorni
festivi; lei sarà a conoscenza che nei paesi arabi i cristiani
si sono adeguati e si radunano per le messe il venerdi invece
che di domenica.
Mi sono dilungato e dovrà scusarmi, ma l’argomento ha un impatto
di lungo termine sulla nostra società. Lo stesso impatto che ha
avuto l’immobilismo decisionale per quanto riguarda l’invasione
dei marciapiedi di viale Jenner.
In quanto alla proposta di concessione di un terreno da parte
del comune a titolo gratuito suggerirei, per le ragioni
sopracitate, che l’Ente donatore abbia il diritto di
rappresentanza nell'organo direttivo a cui spetterà
l'amministrazione dell'istituzione religiosa e dei suoi edifici.
Ho saputo che esiste un progetto per una grande moschea che
avrebbe le funzioni sopracitate nella zona cascina Gobba con
finanziatori non meglio definiti e questa fa sembrare che
l’aspetto finanziario non sia un problema per la creazione degli
spazi di preghiere.
In definitiva, propongo di facilitare la creazione di sale di
preghiere nei quartieri che più ne hanno il bisogno con il
coinvolgimento delle singole circoscrizioni nel rispetto delle
leggi nazionali e locali.
Ringrazio per l’attenzione confidando che posso esserle stato
utile per lo svolgimento delle sue funzioni cosi delicate e per
le decisioni nelle appropriate sedi.
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