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PREDICHE VELENOSE
FAX 06/ 1998
Data: 10 Agosto 1998
A : dr. Angelo PANEBIANCO
DA : G. Eid
OGGETTO: Il terrorismo e la pista islamica
Visto l’autorevolezza dei suoi interventi mi consentirà un mio
modesto commento sulla pagina 2 del suo articolo odierno sul
Corriere Della Sera nella speranza che contribuisca ad una
migliore comprensione del fenomeno Integralismo Islamico.
Il fenomeno delle migrazioni ha trasformato Milano in una città
multiculturale, dove vivono fianco a fianco persone di lingua,
religione e cultura diverse. L'islam, in particolare, e' una
realtà' sempre più' presente, anche se per molti aspetti ancora
poco conosciuta. Vorrei comunicarle una mia esperienza in
proposito.
Nel mese di Giugno, spinti dallo spirito di dialogo tra le
religioni, è stato invitato a Milano un predicatore musulmano
siriano famoso nel suo paese per i suoi interventi televisi, a
comunicarci il suo pensiero sul dialogo con il cristianesimo. Ci
era stato presentato come moderato e l’incontro si è svolto in
ambito cristiano nel centro di Milano. Il suo discorso in arabo
era stato tradotto in anticipo. Il pubblico era in maggioranza
musulmano e residente in Italia.
Dopo i soliti preamboli sulle libertà concesse dall’islam è
scivolato su argomenti politici che niente hanno a che fare con
la convivenza e la religione. Più specificatamente: l’unità dei
popoli arabi sotto la giurisdizione della sharia, negando
ovviamente che la legge islamica possa portare discriminazione
ai cittadini non musulmani. E’ andato oltre affermando che
l’unità islamica, rimedio a tutti i disagi, era in pericolo a
causa degli U.S.A che fomentavano dissidi tra gli arabi ed erano
naturalmente la causa di tutti i loro mali e del basso livello
economico raggiunto. Naturalmente l’Occidente (intendendo
l’Europa) era compreso nei suoi attacchi anche se in tono
minore.
Le voglio far partecipe di una breve considerazione:
Questi tipi di interventi si ripetono ogni venerdì non soltanto
nel mondo arabo ma sullo stesso tono vengano intrattenuti i
frequentatori dei centri islamici ‘di preghiere’ in Milano, sono
registrati su cassette distribuite in tutta Italia. Il fenomeno
è di vasta portata.
A mio parere, a forza di sentirselo ripetere, la violenza
seminata, non può che lasciare traccia nei cuori del pubblico
preparando un terreno propizio al revanscismo in casa del paese
ospitante. Il terrorismo armato è attuato da una sparuta
minoranza ma può trovare consenso in una società dove il verbo
ha seminato violenza goccia dopo goccia in modo perfido. (Ho
vissuto la stesso fenomeno nel Libano negli anni cinquanta da
parte dei palestinesi rifugiati e ospitati nel Libano).
Non voglio annoiarla più di tanto in questa vigilia di
ferragosto, però le invio per posta presso il Corriere, una
presentazione di due libri: sulla convivenza tra cristiani e
musulmani e sull’ Islam.
Mentre sono disponibile a discutere del problema, Le invio i
migliori saluti.
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Intendono
fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio,
gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei
cristiani nel mondo islamico da cui proviene l'autore.La conoscenza
dell’altro, delle diversità culturali e religiose
sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini
ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul
territorio. |