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Culture a confronto e
Politica
Musulmani Europei
RAI UNO 14/9 -
2011
Musulmani Europei-Rai UNO tarda serata! Curato da Luca de Mata
l’ultima puntata di questo mercoledì 14 settembre 2011.
L’argomento riguarda il confronto delle culture nel nostro paese
e le decisioni politiche che incombono su tematiche come moschee
o centri culturali, vestiario, alimentazione, interruzione degli
orari di lavoro, inviti alla preghiera, ecc. l’elenco
diventerebbe lungo.
Ci sono vari punti delle trasmissioni che toccano quanto i
giornali sovente evidenziano; approfitto per aggiungere alcuni
commenti su i punti toccati dalle trasmissioni:
1. Hanno richiamato l’attenzione degli italiani e non solo,
sulle caratteristiche atipiche di alcune immigrazioni
provenienti da ambienti monoculturali, blindati dalla copertura
religiosa, messi a confronto in Italia con ambienti cosi diversi
e lontani culturalmente della loro. Quelli non integrati sono
frustrati e rifuggono nei centri culturali e di preghiere o
nelle moschee la maggior parte gestiti da chi sappiamo. Il
grosso dell’immigrazione proviene da ambienti rurali,
intellettualmente poveri dove fa presa la predica del Venerdi.
2. Hanno messo l’accento sulla necessità di un acculturamento
sia dell’immigrato sia del paese d' accoglienza; un esempio
della ricchezza che può essere generata dalla globalizzazione.
Una ricchezza che può realizzarsi offrendo alla persona
immigrata dignità e l’opportunità di uno sviluppo umano per
un’integrazione propositiva, in contrasto con l’esclusione. La
maggior parte degli universitari che ho interpellato in Egitto
mi hanno confessato di voler emigrare in occidente!
3. Far prendere loro, specialmente la donna, coscienza
dell‘identità fonda-mentale e dei valori sui quali la nostra
civiltà si è sviluppata, a loro completamente ignoti, che gli
hanno attirati verso di noi. Lo sviluppo verrà tramite le donne:
far conoscere loro, direttamente a loro senza intermediari e
falsi pudori, i loro diritti e doveri attraverso i passaggi
indispensabili ad esempio: scuole, uffici anagrafici e pubblici,
sanità, ecc.
4. Oltre all’accoglienza, ci aspetta il compito primordiale di
predisporre una politica della loro integrazione nella nostra
società, della condivisione di doveri e diritti, nostri valori
di libertà di coscienza e la loro adesione ai fondamenti di
etica della nostra repubblica.
5. I commentatori musulmani intervistati riferendosi al corano
ripetono gli stessi concetti di pace, diritti, libertà,
uguaglianza, ecc... e quando citano un versetto del corano che
conferma quanto dicono omettendo di citarlo sino in fondo, il
versetto prosegue citando che i diritti riguardano soltanto
quelli che credono in Allah; questo inganna normalmente
l’interlocutore ignaro. Allah non ha lo stesso significato per
il musulmano e per il cristiano; Dio non ha lo stesso
significato nelle due religioni.
A mio parere non essendoci un unico”vero islam” ci vediamo
confrontati con opinioni diverse che potrebbero far presa sugli
immigrati se l’autorità preposta non interviene
sull’inculturazione e il controllo del territorio.
6. L’intervistatore ha fatto bene di verificare se la situazione
idilliaca profusa dalla sharia si trova praticata nei paesi di
provenienza, o se no, dove? Oppure esiste soltanto nella loro
immaginazione; si direbbe “wishful thinking”.
Infine, aggiungo un aspetto primordiale:
Quale sarà l’influenza dei musulmani europei sulle istituzioni
arabe e di conseguenza sulle prediche e insegnamenti impartiti
nei paesi di provenienza e di rimbalzo nel nostro paese? Il
problema da affrontare è separare la religione dalle leggi dello
Stato, far rispettare le nostre leggi senza se o ma. E
controproducente vedere alcuni personaggi pubblici in Italia
adeguarsi ai costumi dell’immigrato musulmano “per non urtare”,
va contro il processo d’integrazione.
Ho dovuto registrare le trasmissioni, perché in onda in seconda
serata per poi visionarle in un secondo tempo. Oltre l’interesse
che la trasmissione avrà suscitato, richiederebbe una diffusione
allargata in orari decenti con adeguata pubblicizzazione;
potrebbe diventare argomento di dibattito tra i giovani,
studenti, professori, gli addetti ai lavori e perché no, ai
musulmani stessi.Cosa ne pensa?
Grazie per la Sua attenzione e commenti eventuali
Giuseppe Samir Eid
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