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Centro islamico
difende la figura di Gesù
MESSAGGIO TELEFAX
del 19/10 - 2002
A :dr. Paolo Mieli
DA : G. Eid
Egregio Dottore.
OGGETTO: Centro islamico difende la figura di Gesu
Il settimanale Rose el Youssef del 11 ott 2002 pag. 82, riporta
di una fatwa emessa dal tribunale islamico Britannico a difesa
della figura di Gesu profeta per i musulmani, considerando
blasfema la recita “il corpo di Gesu” dell’autore americano
McNeilli.
La fatwa è simile a quell’emessa contro Salman Rushdie con la
differenza che chiede non sia attuato l’uccisione perché sarà
soggetto ad essere deferito davanti ai tribunali islamici
qualora dovesse passare da un paese islamico che s’incaricherà
di farlo imprigionare ed impiccare.
Ricollegandomi al suo intervento per presentare il libro di
Antonio Socci e la breve conversazione che ho potuto avere con
lei alla conclusione, questa fatwa solleva alcune considerazioni
inquietanti sulla tendenza dei centri islamici:
• I cristiani hanno proprio bisogno di ebrei, musulmani e….. per
essere difesi nella loro fede?
• Per essere esecutivo nei paesi islamici non dovrà essere
avvalorata da un tribunale ecclesiastico locale? E se lo fosse,
non diventerebbe un’arma ricattatoria contro la libertà di
pensiero in occidente dove alcuni centri islamici trovano
rifugio?
Giuseppe Samir Eid
• La stessa arma potrebbe essere usata contro chiunque critica
l’islam ed imbavagliare chi denuncia il razzismo insito nel
corano o piuttosto nella sua applicazione nel mondo islamico.
• Conoscendo la ben nota fonte di finanziamento dei centri
islamici in occidente, una simile intromissione potrebbe
diventare una leva di ingerenza negli affari degli stati
ospitanti.
Ciascuno di questi interrogativi meriterebbe una riflessione da
parte di chi è preposto alla sorte del nostro ordinamento
giuridico, dell’applicazione delle leggi e dell’emissione delle
autorizzazioni nel nostro paese.
Un suo riscontro sarebbe gradito almeno che lei non voglia
inoltrare questa missiva a chi ritiene possa interessare.
Con i migliori saluti. Giuseppe Samir Eid
Addendum:
Dottor Mieli:
Le ricordo che un denominatore comune lega le leggi di tutti i
paesi anche quelli “moderati” ed è: La discriminazione tra
musulmano e non, tra uomo e donna.
Le leggi che riguardano lo statuto personale nei paesi arabi,
leggi che regolano la vita sociale tra gli individui, sono
diversi rispetto alle norme vigenti in Europa e in Italia. I
punti di contrasto più clamoroso riguardano: la fonte divina
della legge coranica, la libertà di scelta religiosa,
l’uguaglianza tra i cittadini, e i diritti della donna.
Queste sono le differenze tra i paesi islamici e l’occidente: la
legge islamica differenzia i propri cittadini in base
all’appartenenza religiosa e il sesso. La legge religiosa
condiziona la vita dei cittadini e del paese.
In Italia queste discriminazioni sono punibili sino a tre anni
di galera in base alla legge Napoletano del 93.
Anche in un paese cosiddetto “avanzato” come l’Egitto, un
cristiano non ha gli stessi diritti civili del suo concittadino
musulmano, e non ha piena libertà di vita religiosa. La donna
sia musulmana che non, vale la meta dell’uomo, eredita la meta,
non può esercitare la funzione di magistrato perché non è in
grado di giudicare un uomo.
Dr. Mieli, ho appena trascorso 15 giorni in Egitto e ho
constatato che la pressione, a tutti i livelli educativi,
economici, amministrativi, sociali e religiosi, è tale che un
cristiano per rimanere tale deve essere un eroe.
Lei può utilizzare come vuole il mio testo, lo può pubblicare o
sintetizzare, o leggerlo per farne uso personale o stracciare, o
discuterne con me se lo riterrà utile.
Con i migliori saluti
Giuseppe Samir Eid
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Intendono
fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio,
gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei
cristiani nel mondo islamico da cui proviene l'autore.La conoscenza
dell’altro, delle diversità culturali e religiose
sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini
ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul
territorio. |