Popoli 12-1994
Ospitiamo volentieri delle precisazioni, proposte da un nostro
parrocchiano, Giuseppe Samir
Eid (*), cristiano di origine araba, relative ad
alcuni termini e concetti molto attuali sulle problematiche con
l'Islam.
Conosco l'Islam?
Islam: indica sottomissione totale alla volontà di Allah, Essere
supremo (Akbar, senza associati) e
accettazione dei suoi decreti intesi come shariah.
Alcune scuole islamiche negano che il Dio inteso dai cristiani,
Trinità, sia lo stesso di Allah, adorato dai musulmani.
Corano:
Qura’an è
la parola di Allah trasmessa dal profeta Muhammad, Maometto.
Sunna: è la raccolta di ciò che Maometto ha detto, fatto o accettato,
il suo esempio di vita.
Shariah: è la totalità degli ordinamenti
estratti dal Corano e dalla Sunna e da ogni altra legge dedotta da
queste due fonti dai giuristi tra il VII e il IX secolo d.c.,
dopodiche si è cristallizzata.
Madrassa o mada’ress: sono luoghi di insegnamento coranico annessi
alle moschee; spesso vi si continua ad insegnare una religione
‘tradizionalista’ che concepisce il modo di vivere occidentale
(sovente assimilato a cristiano) come il contrario all’Islam e dunque
propone un “occidente da islamizzare”.
La legge islamica, oggi
Tutti gli Stati arabi, ad eccezione del Libano, hanno la
shariah come unica fonte del loro ordinamento
giuridico. Questa legge religiosa islamica condiziona la vita del
paese, delle famiglie, delle persone, e dunque permea i paesi islamici
e i centri islamici (in Italia o altrove) dove gli immigrati arabi
musulmani si aggregano. Secondo il Corano gli uomini si dividono in
tre categorie: i musulmani, la gente del libro (ossia gli ebrei e i
cristiani), tutti gli altri.
Nei paesi arabi, per alcuni aspetti, la situazione giuridica dei non
musulmani non è uguale a quella dei loro concittadini musulmani.
Infatti, le leggi che riguardano lo status personale (leggi che
regolano la vita sociale tra gli individui) sono diverse rispetto alle
norme vigenti in Europa e in Italia.
I paesi arabi applicano della
shariah
soltanto la parte riguardante la famiglia,
la donna, la libertà religiosa e le successioni. Fanno eccezione
Arabia saudita e Sudan, che la applicano integralmente, in tutti i
campi civili e penali. Afghanistan e Iran sono paesi musulmani ma non
sono considerati paesi arabi.
I punti di contrasto più eclatanti con la cultura occidentale, che
potrebbero farci capire le diversità di reazione e di atteggiamento
degli immigrati in Italia, riguardano: la fonte divina della legge
coranica, la libertà di scelta religiosa, l'uguaglianza tra i
cittadini e i diritti della donna.
I Fratelli musulmani
Sono molto presenti nelle
mada'ress, puntano all'instaurazione di uno stato
fondato sul Corano e la Shariah, e, in
Europa, cercano di ottenere il riconoscimento di uno statuto
giuridico, su base confessionale, da applicare alla comunità islamica
che sia il più vicino possibile alla Shariah.
La mentalità anti-occidentale è molto diffusa tra i musulmani e
continua ad essere coltivata colpevolizzando gli Stati Uniti
(l'occidente, assimilato in genera al mondo cristiano, in particolare)
per la propria arretratezza economica e tecnologica e per l'appoggio
dato alla costituzione dello stato d'Israele.
I musulmani possono convivere in Europa?
Per avere una risposta è necessario chiedere agli Imam (coloro che
guidano la preghiera nelle moschee), specialmente quelli non nati in
Italia, di manifestare con chiarezza la disponibilità all'integrazione
e la lealtà alla società in cui si vive, altrimenti si permane in una
pericolosa ambiguità. Su questo punto è auspicabile un dialogo serio e
costruttivo per prendere coscienza dei problemi che l'immigrazione
musulmana pone. Il dialogo dovrà riguardare l'integrazione degli
islamici nel tessuto delle società europee, cosi radicalmente diverse
dall'islam per mentalità, per costumi e per valori, e la possibilità
di una convivenza civile e serena tra italiani e musulmani.
Dialogo interreligioso:
Come si posiziona il dialogo proposto dal Papa? Secondo il parere di
un responsabile della Caritas, gesuita arabo in prima linea sul
dialogo interreligioso nei paesi islamici, si deve partire dall'azione
sociale e dalla testimonianza; la promozione dei valori umani è la
sola base per creare una società multietnica e pluri
religiosa. Irradiare l'amore di Cristo attraverso la testimonianza
della vita, la solidarietà e l'accoglienza. In questo itinerario la
donna assume un ruolo di primo piano, insieme alla formazione umana,
per riflettere, musulmani e cristiani, su una carta etica comune per
cambiare i pregiudizi reciproci. La sfida del futuro per la Chiesa e
l'Islam sarà soprattutto culturale, come dice il Cardinale Martini nel
suo documento "Noi e l'Islam" (vedi stralcio nella pagina
accanto). "Il male va respinto con un bene più grande. Respingi
il male con un bene più grande, e chi ti era nemico diventerà intimo
amico" (Corano sura 41, v.34). "I
cristiani sono i più cordiali amici dei credenti, i più vicini ai
musulmani". Anche questo è Islam.
Non c'è dubbio che l'Islam è una via per spiritualizzare l'uomo, come
ognuno di noi può constatare dalla frequentazione con i musulmani.
Per noi cristiani, l'Islam ha una sua grandezza che merita di essere
conosciuta per se stessa, senza il confronto con il cristianesimo con
il quale - dobbiamo ammetterlo - esistono anche dei nodi critici, non
superati. Al di là delle incomprensioni e dei pregiudizi, ogni
credente è chiamato a coltivare i valori essenziali dell'altro e ad
avventurarsi sul sentiero dell'arricchimento reciproco, con il
rispetto reciproco.
Giuseppe Samir
Eid